Faq
Le risposte a tutte le tue domande

FAQ relative ai prodotti Céréal Bio
Sì, perché l’agricoltura biologica affonda le proprie radici in sistemi di coltivazione quali l’agricoltura biodinamica e biologica.
Sul finire del XIX secolo, un chimico tedesco (il barone Justus von Liebig) ha scoperto che il salnitro (o nitrato) accelera la crescita delle piante. I suoi criteri saranno applicati su larga scala dopo la guerra del ’15-’18. Così, è corretto collocare la nascita del “Bio” all’inizio dell’industrializzazione dell’agricoltura, in risposta all’uso intensivo di fertilizzanti chimici. Negli anni ’20, in Austria, il filosofo Rudolf Steiner ha delineato i principi di un’agricoltura in grado di riconciliare l’uomo e la natura. In Germania, nello stesso periodo, Erhenfried Pfeiffer fonda il metodo biodinamico: un metodo che studia le forze cosmiche e telluriche e il loro effetto sulla crescita delle piante e degli animali.
In seguito, nell’Inghilterra degli anni ’40, Sir Albert Howard promuove l’agricoltura biologica: la possibilità di fertilizzare il terreno con materiali organici compostabili.
Così, viene restituito all’humus un ruolo fondamentale per l’equilibrio biologico e la fertilità. Lo sviluppo del “bio” in India si deve proprio alle intuizioni di quest’uomo. Al contempo, Hans Peter Rusch, un medico austriaco, sviluppa i principi dell’agricoltura organico-biologica. Si basa su una corrente nata in Svizzera nel 1930, che esamina i pericoli della crescita economica e industriale a discapito delle risorse del pianeta.
Iniziò a decollare in Italia agli inizi degli anni ’80; gli attori del settore erano i produttori, i consumatori e i movimenti ambientalisti: le autorità governative erano ancora lontane dall’essere coinvolte. La produzione biologica messa in commercio era principalmente destinata all’esportazione in nord Europa, utilizzando norme di certificazione straniere.
Entro il 1983 si formarono alcune associazioni regionali per l’agricoltura biologica e il crescente bisogno di norme uniformi su scala nazionale portò all’ istituzione della Commissione Nazionale “Cos’è biologico”. Tale gruppo, costituito da rappresentanti di organismi di tutte le regioni italiane e delle associazioni di consumatori, emanò la prima normativa nazionale di autodisciplina del settore. A seguito di quest’iniziativa il mercato domestico iniziò a prendere forma, e AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica, fondata nel 1988) stabilì il primo sistema nazionale di supervisione delle associazioni di certificazione regionali.
Nel 1993 venne messo in vigore del regolamento europeo 2092/91, una vera e propria pietra miliare in cui la certificazione dei prodotti biologici diventò strumento di marketing e grimaldello per entrare con pari dignità tra le forme di agricoltura più all’avanguardia. Il settore biologico nazionale ebbe quindi l’occasione di riorganizzarsi ed entrare in un mercato di vasta scala. Tale regolamento pose quindi termine alle 15 agricolture biologiche europee che nel frattempo si erano sviluppate in Europa, l’una diversa dall’altra, e stabilì norme di produzione e trasformazione che definiscono un metodo biologico unico, con un sistema di etichettatura univoco e riconoscibile da tutti i consumatori europei, grazie alla definizione di un logo comunitario. Il regolamento 2092/91, con le sue successive modifiche e integrazioni, ha disciplinato il settore in tutti gli stati membri dell’unione europea fino al dicembre 2008. Da gennaio 2009 è subentrato il regolamento 834/07, attualmente in vigore insieme ai reg. 889/08 e 1235/08.
Fonte: federbio.it
La garanzia che ci troviamo davanti ad un prodotto proveniente da agricoltura biologica è data dall’etichettatura.
Sui prodotti biologici certificati deve essere riportata in etichetta la scritta “BIOLOGICO”, singolarmente o in abbinamento a derivati o abbreviazioni del tipo “BIO”, insieme a:
- nome (e facoltativamente il logo) dell’Organismo di Controllo cui è soggetto l’operatore che ha effettuato la produzione o la preparazione più recente, ed il suo n° di autorizzazione ministeriale
- codice dell’azienda produttrice
Nel caso di prodotti con più ingredienti, per poter utilizzare la dicitura “Biologico” occorre che almeno il 95% degli ingredienti siano biologici certificati. Il restante 5% è rappresentato da una lista di ingredienti normalmente non certificabili (es. sale). Non è ammessa la miscela biologica e non biologica di un singolo ingrediente (es. farina).
Nel caso di prodotto con un unico ingrediente, il 100% deve essere biologico.
Esiste, inoltre, un logo unico europeo per l’agricoltura biologica che contraddistingue gli alimenti prodotti nei paesi dell’Unione Europea, e ammesso solo per quelli che contengono almeno il 95% degli ingredienti provenienti da agricoltura biologica.
Quando viene usato il logo comunitario, nello stesso campo visivo compare anche un’indicazione del luogo in cui sono state coltivate le materie prime agricole di cui il prodotto è composto (es. Agricoltura UE, Agricoltura UE/non UE, etc.).
Fonte: Biologics (Regolamento CEE 2092/91 del Consiglio del 24 giugno 1991).
Bio non significa dietetico.
Definizione di Bio: differisce da un alimento comune nel metodo di coltivazione degli ingredienti, messo a punto per ridurre l’impatto ambientale lavorando la terra nel modo più naturale e meno invasivo possibile.
Certificazioni: vengono sottoscritte da parte di un organismo di regolamentazione indipendente (il numero di registrazione è sulla confezione).
Contenuto: un prodotto Bio deve necessariamente contenere almeno il 95% di ingredienti provenienti da agricoltura biologica, prerogativa indispensabile per denominarsi “biologico” e poter riprodurre in etichetta il logo biologico europeo.
Fonte: Direttiva 89/398/CEE del 3 maggio 1989.
Definizione: differiscono da un alimento comune nella loro particolare composizione o nello speciale processo produttivo adottato atto a soddisfare uno specifico scopo nutrizionale.
Sono indicati per persone con esigenze dietetiche particolari: individui in condizioni fisiologiche particolari (ad esempio, i soggetti che praticano abitualmente sport), persone il cui processo di assimilazione o il czui metabolismo risulta problematico (celiachia, ipertensione, sovrappeso, diabete…), neonati e bambini piccoli.
Un OGM è un Organismo Geneticamente Modificato.
La definizione legale è ancor più esplicita: “un organismo il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l’accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale.”
Tutti i prodotti Céréal Bio contengono oltre il 95% di ingredienti provenienti da agricoltura biologica.
Sono testati e certificati; senza coloranti né conservanti, realizzati con varietà di vegetali tradizionali geneticamente non modificate, in linea con le norme vigenti.
Il controllo scrupoloso dell’assenza di pesticidi sintetici (non ammessi dall’agricoltura biologica), avviene in diverse fasi del processo produttivo (dalla coltura agli ingredienti utilizzati, fino ai prodotti finiti).
Tutti gli alimenti Céréal Bio sono prodotti con la massima cura e nel rispetto dell’ambiente. Il cartone impiegato per l’imballaggio è riciclabile.
La soia è un alimento ricco in proteine. Per sua natura, non contiene né lattosio, né glutine.
Il glutine è una proteina.
La si trova nel frumento, nel farro, nel Kamut, nell’orzo, nell’avena, nella segale e nei loro ceppi ibridati.
I grassi vegetali “non idrogenati” sono una tipologia di grassi vegetali che non hanno subito alcuna trasformazione.
Al contrario, i grassi vegetali idrogenati sono grassi che sono stati solidificati mediante idrogeno. Durante l’idrogenazione, avviene un fenomeno che trasforma i grassi insaturi in acidi grassi saturi. Secondo alcuni scienziati, questo metodo aumenta il tasso di colesterolo LDL, comunemente detto “colesterolo cattivo”.
Assolutamente no.
Inoltre, secondo la legge, per sua natura un prodotto biologico non può derivare da un Organismo Geneticamente Modificato, né può contenerlo.
I prodotti Céréal Bio sono presenti nei punti vendita della grande distribuzione.

FAQ relative ai prodotti Lecinova
La leticina è un emulsionante naturale dei grassi che aiuta a mantenere il controllo del colesterolo presente nel sangue, impedendo che si depositi sulle arterie.
La leticina viene estratta dagli oli vegetali e dal tuorlo d’uovo: è vantaggioso ricavarla dalla soia per la sua relativamente costante disponibilità.
La lecitina fu scoperta dal chimico francese Maurice Gobley nel 1846. la estrasse dal tuorlo d’uovo e la chiamò col nome greco del tuorlo d’uovo (lekithos). In seguito la isolò anche dal cervello, dal sangue e da altri materiali organici.
Possono essere di color bianchiccio, bruno, verdiccio, rosso, o nero, talora anche marmorizzati. Il colore dei semi di soia dipende anche dall’epoca di maturazione e dal territorio su cui è coltivata.
L’acido alfa-linoleico appartenente alla famiglia degli Omega-3 e l’acido lineoleico (Omega-6) sono acidi grassi essenziali indispensabili al corpo umano. Spesso il nostro consumo attraverso il cibo è insufficiente.
E’ un prodotto alimentare destinato ad integrare la comune dieta e che costituisce una fonte concentrata di sostanze nutritive, come vitamine e minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico.
Gli integratori non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata. Non eccedere le dosi raccomandate per l’assunzione gironaliera.
Il colesterolo è un composto organico che svolge diverse funzioni biologiche essenziali nel nostro organismo, ad es. regola la permeabilità delle membrane cellulari ed è un precursore di ormoni sia maschili che femminili. Tuttavia, quando il colesterolo circola nel sangue in concentrazioni superiori alla norma, può risultare dannoso per la salute, in particolare per il sistema cardiovascolare.