Tutti i segreti e le curiosità di questo ingrediente unico

Quando si parla di alimentazione, uno degli aspetti sui quali si è focalizzata maggiormente l’attenzione nel corso degli ultimi anni è lo stretto rapporto tra il cosa si mangia e gli effetti che quest’ultimo ha sulla salute del nostro corpo. A questo proposito, la ricerca di alternative alimentari in grado di contribuire al benessere dell’organismo nelle sue diverse funzioni ha portato ad una vera e propria scoperta e diffusione sempre maggiore di nuovi ingredienti. Tra questi, uno dei protagonisti è senza dubbio l’anacardo.

Diffuso ormai in tutto il mondo, in Italia è entrato a far parte dell’alimentazione a cui siamo abituati solo in tempi più recenti. Il loro nome deriva dal termine Anacardum, che a sua volta trova origine dal greco kardia, ovvero “cuore”, in riferimento sia alla tipica forma del seme sia alle proprietà benefiche che fin dalle origini gli sono riconosciute.

Gli anacardi, in base alle dimensioni e soprattutto al colore dei frutti dovuto alle fasi di tostatura ed essiccazione a cui vengono sottoposti prima dell’esportazione, vengono suddivisi in diverse categorie. In India, la varietà più chiara viene identificata con la sigla W (White Wholes), la gradazione intermedia con SW (Scorched Wholes), mentre quelle più scure con SSW (Scorched Wholes Second) e DW (Dessert Wholes). In Brasile, il colore W1 rappresenta il bianco, il W2 una gradazione intermedia e il W3 la più scura.

Che cos’è l’anacardo

L’anacardo, conosciuto anche come noce di anacardio, rappresenta il seme oleoso commestibile della pianta arborea Anacardium occidentale. Si trova racchiuso in un guscio all’interno del falso frutto, chiamato maragnone, dalla forma simile a quella di un rene e di colore giallo. Il fusto è caratterizzato da un tronco tortuoso di altezza limitata, normalmente tra 5 e 10 metri, che ricorda quello del pistacchio.

Originaria del Brasile, la pianta dell’anacardio ha conosciuto nel corso del tempo una sempre più rapida diffusione nelle zone tropicali non solo americane. In India, Vietnam e soprattutto Africa, infatti, si è addirittura naturalizzata fino a formare estese foreste e diventare il principale prodotto di esportazione di paesi quali il Mozambico. Introdotta in Europa già a partire dal XVI secolo, ha iniziato ad essere impiegata su larga scala nella produzione alimentare solo molti anni più tardi, grazie in particolare alla diffusione della cucina etnica.

Nei paesi in cui il clima favorevole consente la coltivazione di questa pianta, vengono consumati sia quello che viene definito il “vero frutto”, cioè il seme di anacardo, sia la parte sovrastante. Con quest’ultima viene prodotta una marmellata dal gusto delicato, oppure viene consumata cruda come qualsiasi altro frutto. Per quanto riguarda invece il seme, prima di diventare commestibile deve subire una lunga serie di trattamenti per rimuoverne la parte esterna, contenente sostanze tossiche per l’organismo quali resina fenolica, acido anacardico e urushiol.

Proprietà e valori nutrizionali

Oltre al gusto caratteristico, gli anacardi sono famosi in particolare per tutta una serie di benefici per l’organismo. Scopriamoli insieme nel dettaglio:

  • Antiossidanti naturali: come per altra frutta a guscio, tra cui le arachidi, anche gli anacardi sono ricchi di antiossidanti tra cui polifenoli e carotenoidi. Queste molecole di origine vegetale sono in grado di ridurre la formazione e i danni provocati dai radicali liberi, proteggendo da invecchiamento cellulare e infiammazione[i].
  • Amici del cuore: gli anacardi sono inoltre ricchi di acidi grassi monoinsaturi che, a differenza degli acidi grassi saturi, migliorano i livelli di colesterolo HDL (buono) e riducono i livelli di colesterolo LDL (cattivo). Questo comporta un minor rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e altre patologie circolatorie[ii].
  • Adatti a tutti: questi deliziosi semi non contengono glutine, prestandosi dunque anche alla dieta celiaca oltre che ad un’alimentazione priva di lattosio. Vanno naturalmente evitati in caso di intolleranza specifica, ma sono perfetti in caso di dieta vegana e vegetariana, e nel caso degli anacardi al naturale anche di dieta crudista.
  • Non solo per il corpo: gli anacardi contengono alte concentrazioni di vitamine, soprattutto del gruppo B, tra le quali spicca la tiamina. Conosciuta anche come “vitamina del morale”, contribuisce allo svolgimento dell’importante processo di conversione del glucosio in energia, ed una sua carenza può provocare deperimento e perdita di concentrazione[iii].
  • Fonte di fibre: in quanto 100% vegetali, gli anacardi rappresentano infine una buona fonte di fibre, le quali favoriscono l’equilibrio della flora batterica intestinale e contribuiscono a tenere sotto controllo la glicemia, evitando attacchi di fame improvvisi[iv].

Dalla pianta alla tavola

La filiera della frutta secca è caratterizzata in genere da processi di lavorazione lunghi e complessi, che richiedono numerosi passaggi e trasformazioni del prodotto prima che quest’ultimo possa essere consumato. Questo è tanto più vero per l’anacardo, che cresce solo in determinate parti del mondo e richiede una particolare delicatezza sia nel trasporto che nella lavorazione. In Italia, è possibile trovarli disponibili sul mercato in qualunque stagione, soprattutto nella loro variante tostata che ne consente una maggiore conservazione per via dell’assenza di acqua.

La prima fase della produzione di questi semi oleosi è rappresentata naturalmente dalla raccolta, che varia da paese a paese. In Africa avviene in due distinti periodi dell’anno: nella zona occidentale dell’Africa la raccolta inizia a dicembre e dura fino a giugno, mentre in Africa orientale il periodo di raccolta degli anacardi è limitato ai mesi di ottobre e novembre. Gli anacardi provenienti dal Vietnam invece vengono raccolti fra febbraio e marzo. In questo modo si riesce a coprire la domanda durante tutto l’anno.

Successivamente, i semi vengono sgusciati attraverso un processo di riscaldamento, a vapore o tramite arrostimento, all’interno di appositi contenitori. Questo processo consente anche di eliminare l’olio tossico in essi contenuto. Una volta terminata questa fase, si passa all’asciugatura, che deve essere di 24 ore e all’ombra. L’ultimo passaggio è caratterizzato dalla rimozione del sottile strato esterno, contenente un percentuale di tossicità residua, dopodiché l’anacardo è finalmente pronto per essere commercializzato.

I consigli di Céréal

Come abbiamo visto, gli anacardi rappresentano non solo una tipologia di frutta secca gustosa e apprezzata in tutto il mondo, ma anche ricca di effetti benefici su tutto l’organismo. In cucina, rappresentano un ingrediente versatile, adatto alla preparazione di ricette dolci e salate. Gli anacardi tostati sono infatti ampiamente diffusi in molti snack e utilizzati come aperitivo, mentre gli anacardi interi e tritati vengono impiegati per la realizzazione di eccellenti primi e secondi piatti. È possibile inoltre trovarli in commercio sotto forma di creme spalmabili, per uno spuntino goloso adatto anche ai più piccoli!

In più, sul nostro blog potete trovare tanti suggerimenti e consigli sugli anacardi, così come numerose ricette divertenti e originali da provare a casa vostra e riscoprire il piacere di un’alimentazione sana e diversa dal solito. Ad esempio? Provate a preparare la barretta alla frutta secca fatta in casa, una merenda salutare e leggera da personalizzare a piacimento. Aggiungete gli anacardi per darle un tocco ancora più delizioso e croccante.

Venite anche voi alla scoperta di un nuovo modo di sentirsi in forma, con tutta la bontà degli anacardi!

 

[i] Anacardi. Voce enciclopedica dal portale online dell’IRCCS Humanitas Research Hospital. Consultabile qui: https://www.humanitas-care.it/enciclopedia/alimenti/anacardi/

[ii] Ibid.

[iii] Vitamina B1 (Tiamina). Voce enciclopedica dal portale online dell’IRCCS Humanitas Research Hospital. Consultabile qui: https://www.humanitas.it/enciclopedia/vitamine/vitamina-b1-tiamina/

[iv] Diabete e fibre alimentari. Preziose per il nostro intestino e non solo. Pubblicato sul portale online dedicato “Diabete.com”. Consultabile qui: https://www.diabete.com/fibra-alimentare-preziosa-per-il-nostro-intestino/